23 dicembre 2007
19 dicembre 2007
Stasera -tra poco più di un'ora...- prima prova generale con il pubblico!
Ecco qualche foto. Queste, a mio parere molto belle, sono di Karpati Ivan. Lui è il figlio di una delle attrici della compagnia. Sul suo sito si possono vedere altre foto del nostro
spettacolo.
18 dicembre 2007
11 dicembre 2007
Dalle note di regia, sparpagliate e incomplete:
Pasquale Loiacono, povera anima, cerca in ogni modo di sopravvivere alla cruda realtà dell'esistenza inventandosi un universo parallelo, popolato di fantasmi. Quanto sia consapevole di questo scarto nella percezione, non mi interessa poi tanto. Lui crede. Crede ai fantasmi. Perchè deve, perchè è l'unica possibilità rimastagli per affrontare la miseria morale e materiale della sua esistenza. La giovane e bellissima moglie lo tradisce per un uomo sposato che costruisce sul denaro la sua falsa indipendenza dalla famiglia e dai figli.
Pasquale vive in una casa infestata da anime dannate, in pena, alla ricerca di un briciolo di sollievo, di cibo, di benessere. Fantasmi, appunto.
Il fantasma del desiderio, della passione, della ricchezza. Lo spettro della miseria, della guerra.
"I fantasmi non esistono! Siamo noi, i fantasmi."Siamo fantasmi quando non siamo più noi stessi, quando ci nascondiamo dietro un ruolo che abbiamo scelto o che ci è stato imposto. Siamo fantasmi quando non riusciamo più a vederci l'un l'altro. Perchè la comunicazione è diventata impossibile. Un diabolico, infernale gioco di specchi.
Proiezioni. Fantasmi.
Perchè si è persa la chiave del cuore. Perchè l'ego ci separa gli uni dagli altri. Ermeticamente chiusi. Per difendere un'opinione. Mantenere un puntiglio.
Certo, i fantasmi possono fare comodo. Possono essere preziosi per attribuire loro le nostre malefatte, i nostri peccati.
Il tema del teatro in Questi fantasmi.
Pasquale Loiacono ha fatto tutti i mestieri, per cercare di sbarcare il lunario. Tutti. Persino l'impresario teatrale. E forse sua moglie, la giovane e bella Maria, lo ha seguito in questa impresa, magari spinta dal desiderio di calcare le scene e vivere così una vita diversa, migliore. A Pasquale-Eduardo l'immaginazione non manca. La sopravvivenza come scienza delle soluzioni immaginarie, quasi una patafisica. Accetta di vivere nella casa infestata dai fantasmi per interpretare il ruolo di un piccolo borghese soddisfatto e sereno. Un'uomo che ogni mattina si affaccia al balcone cantando per mostrare al mondo che la sua vita è serena, senza problemi. (Fantasmi? Nemmeno l'ombra, professò...) In cambio, non pagherà l'affitto per cinque anni. Deve interpretare un ruolo, dunque. Recitare la normalità.
Non sarà facile. Perchè la normalità è fatta di miserie quotidiane. Di orrori. Una moglie che tradisce, una moglie tradita, mariti che comprano la loro libertà e il loro piacere. Figli usati come ostaggi, vittime destinate a loro volta a diventare carnefici...
Armida recita il ruolo della mater dolorosa. Della moglie tradita.
Raffaele il portiere recita il guardiano della casa degli spiriti.
Gastone il ruolo del genero affettuoso.
Alfredo quello dell'amante focoso.
Ma in Eduardo la tematica pirandelliana si colora di una più giocosa e intensa teatralità. Fino a raggiungere i toni della farsa, le maschere della commedia dell'arte.
Eppure, quanto di più di questo...
Quando sono vicino a te, mi sento niente. Mi sento piccirillo piccirillo. Mi sento vicino a Dio...
Nella feroce ironia di Pasquale che si inginocchia davanti all'amante della moglie perchè lo salvi dai debiti e dalla miseria. Perchè gli restituisca la donna di cui non può fare a meno. C'è una sorta di estrema abiezione e insieme di estrema rinuncia dell'orgoglio, della personalità. Una sottomissione a un potere più grande. Una preghiera.
E poi.
-Non verrà più... Un'altro? Magari, speriamo!
Triplo salto mortale. Chi manipola e chi è manipolato? Non si scappa. Siamo tutti fantasmi...
04 dicembre 2007
14 novembre 2007
11 novembre 2007
A proposito. Qui a Budapest nevica già. Ha cominciato stamattina, prima pochi fiocchi sospesi e poi più fitti. E, giù in strada, i passanti hanno già cominciato a trasformarsi in bianchi fantasmi.
10 novembre 2007
"Ah...Ah...Ah... non è vero niente professò: ah...ah...ah... non è vero! I fantasmi non esistono, li abbiamo creati noi, siamo noi i fantasmi...ah...ah...ah..."
Quanto spesso viviamo le nostre vite come fantasmi di noi stessi!
06 novembre 2007
Ho letto il testo agli attori ungheresi, in napoletano... Pare si siano molto divertiti. Io di sicuro. In teatro si sta benone. Fuori si gela. Sono passato in una settimana dal costume da bagno di Hong Kong al cappello di lana di Budapest! Uno shock.
31 ottobre 2007
Pubblico finalmente il video integrale del racconto del mio provino con Strehler per l'ammissione alla "Scuola di Teatro" del Piccolo. La qualità del video è molto bassa perchè il clip dura la bellezza di 23 minuti! Si tratta di un omaggio al Maestro in occasione dei festeggiamenti per i vent'anni della Scuola. 1987-2007. Enjoy.
con i miei due articoli:
Grazie alla direttrice
Claudia Cannella
per la bella occasione.
22 ottobre 2007
14 ottobre 2007
Per chi parla il cinese (!), ecco il link: http://www.sta.sh.cn:8080/xjxy/sub14.jsp?num=u&lm=41-2
13 ottobre 2007
E non solo nel mio lavoro. Anzi soprattutto nella vita privata. Cose che da un lato fanno apparire tutto quanto relativo. Dall'altro ti fanno comprendere l'importanza e il valore della vita e del modo in cui decidiamo di viverla.
I progetti vanno avanti.
Sono stato a Budapest a lavorare con Anni su scene e costumi di "Questi fantasmi!". Qui a lato un bellissimo bozzetto del costume di Raffaele, il portiere. Stiamo facendo un buon lavoro di preparazione. Anni è bravissima e questo è già il nostro terzo spettacolo insieme, dopo "Alcesti" e "Enrico IV". Dunque ci capiamo in fretta e, a mio parere, i risultati si vedono.
Per quanto riguarda "Mamma mammazza" abbiamo la data della prima rappresentazione dello spettacolo. Sarà il 16 e 17 febbraio 2008 al Teatro della dodicesima di Spinaceto, a Roma. Si tratta di uno spazio del circuito Teatripossibili.
Parlando di Arlecchino, dopo le recite di San Pietroburgo, il 20 vado a Hong Kong dove terrò anche una classe di commedia dell'arte con gli studenti della Hong Kong Academy of Performing Arts. Ecco il link del Piccolo Teatro: Masterclass di Ferruccio Soleri e Stefano de Luca
17 settembre 2007
Per leggere il seguito, comprate Hystrio!
11 settembre 2007
05 settembre 2007
"You Know I'm No Good"
Meet you downstairs in the bar and hurt,
Your rolled up sleeves in your skull t-shirt,
You say “what did you do with him today?”,
And sniffed me out like I was Tanqueray,
’Cause you're my fella, my guy,
Hand me your stella and fly,
By the time I'm out the door,
You tear men down like Roger Moore,
I cheated myself,
Like I knew I would,
I told you I was trouble,
You know that I'm no good,
Upstairs in bed, with my ex boy,
He's in a place, but I can't get joy,
Thinking on you in the final throes,
This is when my buzzer goes,
Run out to meet you, chips and pitta,
You say “when we married”,
'cause you're not bitter,
”There'll be none of him no more,”
I cried for you on the kitchen floor,
I cheated myself,
Like I knew I would,
I told you I was trouble,
You know that I'm no good,
Sweet reunion, Jamaica and Spain,
We're like how we were again,
I'm in the tub, you on the seat,
Lick your lips as I soak my feet,
Then you notice likkle carpet burn,
My stomach drops and my guts churn,
You shrug and it's the worst,
Who truly stuck the knife in first
I cheated myself,
Like I knew I would
I told you I was trouble,
You know that I'm no good,
I cheated myself,
Like I knew I would
I told you I was trouble,
Yeah, you know that I'm no good.
Il nuovo spettacolo di LUPUSAGNUS.
La compagnia è formata da: Sergio Leone, Giorgia Senesi, Tommaso Banfi, Marta Comerio, Annamaria Rossano.
La regia è mia. Il testo è di Aquilino.
Un grazie a Louis Armstrong e al suo wonderful world...
29 agosto 2007
In partenza per Macerata dove lavoreremo -insieme a Giorgia e Sergio- su un frammento della tragedia scozzese. Sì, l'opera di Shakespeare di cui si evita di pronunciare il nome. Quella. Tragedia misteriosa, piena di ombre e presenze soprannaturali. Pochi giorni.
A proposito di spiriti e apparizioni: intanto sto lavorando alla scenografia di Questi fantasmi di Eduardo, che comincerò a provare in novembre a Budapest.
E poi -soprattutto- c'è LUPUSAGNUS. Di cui parlerò più avanti.
11 luglio 2007
06 giugno 2007
01 giugno 2007
La barca dei comici di Stefano de Luca in scena fino al 25 marzo al Piccolo Teatro di Milano.
"Gli spettatori escono sorridenti, appagati, pervasi da una emozione vera, non indotta, una emozione che solo la poesia sa dare. Uno spettacolo di grande freschezza in cui fantasia, creatività, raffinatezza interpretativa si coniugano con un testo solo apparentemente semplice e ingenuo. La commedia “La barca dei comici” è tratto dalle “Mémoires” di Carlo Goldoni, adattato per il teatro da Giorgio Strehler ed ora ripreso da uno dei suoi migliori allievi Stefano De Luca. Il testo racconta l’iniziazione del giovane Goldoni al Teatro. Il suo incontro a Rimini dove si trovava per studi filosofici con una compagnia di giro, tre guitti che presentavano sulle piazze delle pièce improvvisate secondo i canoni della commedia dell’arte. Goldoni è affascinato da quel mondo fantastico e visionario, abbandona il razionalismo filosofico e si imbarca con i comici con destinazione Chioggia dove abita la madre. Un viaggio favoloso senza ritorno. La barca è la metafora del destino, della vocazione che lo porta al mondo del teatro, una barca fucina di emozioni dalla quale Goldoni non scenderà più.
Lo spettacolo, presentato per i più giovani dal Piccolo di Milano e dal Teatro Gioco Vita, è una summa di diverse discipline teatrali (recitazione, ombre cinesi, circo, marionette, musica) che il regista Stefano De Luca ha fuso in modo mirabile con la collaborazione dei bravissimi Alice Bachi, Tommaso Banfi, Giorgio Minteci e Stefano Moretti."
Teatro STUDIO, Milano 13/03/2007, MAURIZIO CARRA
22 maggio 2007
La settimana è incentrata sul tema "Il teatro e la musica". Oltre allo straordinario Bosisio, pirotecnico e affascinante nelle sue esposizioni, ho rivisto la brava Chiara Merli (che ha parlato della musica nel teatro ragazzi). Ma molti altri incontri interessanti e da ricordare. Corrado D'Elia, con cui ci siamo ritrovati dopo diverso tempo, il prof. Emilio Sala, docente di Drammaturgia Musicale e il prof. Alberto Bentoglio. Esperienza interessante, grazie anche all'interessamento degli studenti e all'atmosfera antiaccademica. Gli interventi saranno pubblicati, non vedo l'ora di poterli rileggere.
17 maggio 2007
12 maggio 2007
Sessant’anni di teatro d’arte Nel nome dei padri Grassi e Strehler
Da domani, prende il via ufficialmente una serie di festeggiamenti che riunirà, attraverso varie iniziative, tanti personaggi che hanno fatto la storia di una delle istituzioni più care ai milanesi come il Piccolo Teatro. A partire dall’inarrestabile Arlecchino, cui non poteva che rendere volto e movenze Ferruccio Soleri; l'11 si avrà così, sulla scena del Grassi, l’occasione di festeggiare anche i sessant’anni della storica rilettura dell’Arlecchino servitore di due padroni, che fu uno dei marchi di fabbrica di Giorgio Strehler. Alla fine della rappresentazione, è in programma la cerimonia di nomina di Ferruccio Soleri quale Ambasciatore Unicef. Sabato, alle ore 16 il Piccolo si consacrerà ai piccoli; al Teatro Studio torna, infatti, La barca dei comici di Carlo Goldoni, diretta da Stefano de Luca, stretto collaboratore anche di Ferruccio Soleri nell’allestimento dell’Arlecchino. Lo spettacolo, coprodotto con teatro Gioco Vita che da qualche tempo collabora con l’istituzione teatrale milanese, è dedicato ai lavoratori del Piccolo Teatro.
25 aprile 2007
Viene dal Blog "Le magnifiche seconde"!
Ne riporto solo un pezzetto: "Uno scena che mi è piaciuta molto è stata quando Zorzetto ha estratto dalla sua sacca un velo azzurro che rappresentava il mare; sembrava non dovesse più finire, il comico lo sfilava poco a poco e quando anche l’ultima estremità fu liberata, Carlo e Clarice cominciarono a giocarci, formando onde di tutte le dimensioni e alla fine distesero il velo per terra: un mare azzurro e limpido stava innanzi agli occhi degli spettatori, il mare della libertà e dell’immaginazione."
Grazie davvero!!!
01 aprile 2007
"Sono venuta ieri pomeriggio a vedere il vostro spettacolo e
ho trovato che sia davvero bellissimo...!
Faccio parte di una minuscola compagnia e so quanto impegno ed energia
si impiegano prima di avere una scena che funzioni e voi...
avete fatto funzionare tutto quanto proprio bene!
Non è per essere melliflua, ma belle musiche, bei costumi, luci e giochi di scena favolosi,
e chiaramente ottimo lavoro di regista ed attori...
...non so se si è capito ma mi è piaciuto tanto...
Sperando che vi siate divertiti nell'allestire "La Barca dei Comici",
vi auguro di continuare a lavorare così
perchè al pubblico arrivano "delle gran suggestioni", come direbbe il nostro regista ,che è sempre parco negli apprezzamenti...
Ancora complimenti, a Lei e ai suoi collaboratori.
Felicia De Palo"
12 marzo 2007
Grazie a Francesca e a Teatro.org! Ne approfitto poi per postare una foto dello spettacolo, questa volta di Angela Carioni di Cravedi Produzione Immagini. Un grazie di cuore anche a loro.
08 marzo 2007
06 marzo 2007
Sul sito del Piccolo puoi scaricare
il programma di sala in formato pdf
a questo LINK.
04 marzo 2007
25 febbraio 2007
17 febbraio 2007
PIACENZA - La barca dei comici sta per salpare. Ultimi giorni di prova per il nuovo progetto realizzato da Teatro Gioco Vita e Piccolo Teatro di Milano, che debutterà venerdì alle ore 21 al Teatro dei Filodrammatici (in replica sabato 17 alle 21 e domenica 18 alle 15.30) e che in questi giorni è presentato in anteprima ai ragazzi delle scuole piacentine.
In occasione del tricentenario goldoniano, il più importante teatro stabile italiano e il piacentino stabile d'innovazione diretto da Diego Maj hanno inteso omaggiare il grande drammaturgo veneziano e insieme Giorgio Strehler, con uno spettacolo che prende le mosse da un frammento dei Mémoires - l'autobiografia di Goldoni che Strehler progettava di portare in scena negli ultimi anni della sua vita - per descrivere un viaggio iniziatico alla scoperta della magìa del teatro e degli artifici della scena.
La barca dei comici è uno spettacolo pensato prima di tutto per i ragazzi, ma che si rivolge anche agli adulti, che non potranno non subire il fascino dell'atmosfera poetica e onirica in cui la vicenda dei quattro comici viaggiatori è immersa, in un sorprendente intreccio di vita e teatro.
La suggestione delle ombre - curate per Teatro Gioco Vita da Fabrizio Montecchi - traduce sulla scena, insieme agli attori e alle bellissime musiche, in una scenografia essenziale, il materiale drammaturgico che Stefano De Luca e Stella Casiraghi hanno composto prendendo spunto da un episodio dei Mémoires, in cui Goldoni racconta il viaggio compiuto nell'adolescenza al seguito di una compagnia di comici. La regia è dello stesso De Luca, allievo di Strehler, che alle numerose collaborazioni con il Piccolo - recente è la sua ripresa dello storico Arlecchino servitore di due padroni - alterna le frequenti esperienze all'estero, in particolare in Germania. Per l'articolo completo clicca qui.
15 febbraio 2007
Di seguito il link al bell'articolo di Chiara Merli, pubblicato su LIBERTA'.
foto Margherita Busacca
13 febbraio 2007
12 febbraio 2007
05 febbraio 2007
Il primo livello è il semplice impulso a raccontare una storia. Quali che siano i mezzi a disposizione. Come scrive Strehler “con le parole o con un pezzetto di legno o con i gesti…” Raccontare comunque. Per la gioia di farlo. Per il desiderio e la fiducia che sia possibile stabilire una comunicazione tra uomo e uomo. Per strappare un sorriso, o una lacrima. “ ‘sdruiàmo!” Costruiamo… con la fantasia. Un piccolo mondo. Il secondo livello è lo spunto offerto dall’episodio dei Mémoires. Carlo, Carletto Goldoni, fuggendo la noia della filosofia scolastica, si affaccia a questo mondo che sarà la sua vita intera, il Teatro. Una vita vissuta nel teatro, la sua.
Da quella barca Goldoni non scenderà mai più.
Le onde del mare, quella distanza che separa il ragazzino fantasioso dalla mamma, spingono al viaggio. E dunque alla scoperta della bellezza e della complessità del mondo.
Dunque il piccolo viaggio di quell’episodio delle memorie assurge a simbolo dell’intera esistenza dell’autore.
C’è un grande mare che noi tutti, piccoli e grandi, dobbiamo attraversare. E’ il mare dell’esistenza. Tutti abbiamo il nostro viaggio da compiere. In fondo andiamo tutti da “qui” a “là”.
Da Rimini a Venezia. Il viaggio è la nostra stessa vita.
Il nostro sparuto gruppo di comici dunque affronta il viaggio con gli strumenti del teatro, armati solo della loro immaginazione. Della capacità di trasformare la scarsità di mezzi in un’esca per la loro creatività.
Il nostro lavoro è stato diverso da quello di una “solita” messinscena.
Ho voluto sin dall’inizio che le circostanze concrete, produttive, della messinscena entrassero a far parte della struttura narrativa del racconto. Le nostre difficoltà nel mettere in scena un’episodio tanto corale –che difatti Strehler descrive nel suo copione come un meraviglioso affresco con più di venti attori in scena- diventano parte fondante del racconto.
In pochi, con pochi mezzi, è possibile fare il teatro. Almeno ci si deve provare, dando fondo alle nostre capacità di invenzione. I pochi oggetti che costituiscono tutta la nostra scena –oggetti di teatro, con una loro storia di vita vissuta sul palcoscenico- costituiscono l’esca per la nostra immaginazione e per quella del pubblico a creare gli spazi e le atmosfere necessarie alla storia.
Ci vogliono buoni compagni di viaggio. In questo modo anche quando saremo travolti dalle tempeste della vita, qualcosa di noi sopravviverà. Come atto d’amore e di dono di sé.
Stella si è poi imbarcata assieme a noi ed è stata una preziosissima collaboratrice grazie alla sua conoscenza dei materiali su cui si è poi sviluppato il lavoro.
Voglio naturalmente parlare anche del nostro piccolo gruppo di attori e allo stesso tempo dei loro personaggi. Abbiamo dedicato le prime due settimane di prova ad un lavoro di reciproca conoscenza. Attraverso esercizi teatrali sullo spazio e sul rapporto scenico. E ad un lavoro di esplorazione dei materiali e delle situazioni.
Le nostre scoperte di questo periodo, sullo spazio e sui personaggi, sono entrate direttamente nello spettacolo e ne costituiscono l’ossatura. Lo abbiamo scritto insieme, in qualche modo. Con loro e su di loro.
In questo possiamo dire che il nostro lavoro riproduce, in piccolissimo, alcuni procedimenti che lo stesso Goldoni descrive nelle Memorie circa il suo metodo di scrittura. Prima la storia, poi il canovaccio con solo alcune parti dialogate, e poi –solo dopo l’incontro con gli interpreti – il testo.
Rappresenta l’attrazione per il teatro, intesa come attrazione per la possibilità. Per il regno del possibile. Dove i limiti sono solo quelli della nostra fantasia. Dove è indispensabile accettare la sfida di trasformare i mezzi a disposizone –e dunque anche le difficoltà- in nuove opportunità
Florindo de’Macheroni. E’ Stefano Moretti.Capocomico guitto e generoso. Miserabile e poetico. Entusiasta del suo mestiere, della sua arte. Ma anche ben cosciente delle fatiche che essa comporta. E’ una sorta di aiutante magico, che attrae e ispira il giovane Goldoni. Grazie alle sue contraddizioni. Letterato e ignorante insieme, Florindo rappresenta il contatto umano, l’incontro con l’altro da noi. Per un certo divertimento scenico anche eccessivo, anche fine a se stesso. Stefano fornisce entrambi gli aspetti al personaggio di Florindo, è capace di parlare con profondità e competenza del teatro barocco e poi sbrodolarsi sulla scena con un divertimento e un’energia persino strabordante.
Clarice. E’ Alice Bachi.Di solito Clarice è l’innamorata. Ma nella nostra minuscola compagnia deve farsi carico di numerosissime mansioni. Deve recitare numerose parti, deve occuparsi del cibo, dei costumi, della navigazione. Troppo lavoro, a volte. Ma è lei a tenere unita la compagnia e a spingere i compagni al suo rinnovamento. Per Goldoni è il motore della storia. E’ l’attrazione per il femminile, naturalmente. Un femminile che si rivela a volte materno, magico, a volte misterioso. O persino spaventevole, inquietante. Una mamma che è lontana, di là del mare, da raggiungere. Ma anche una compagna di giochi spensierati e di vita. Alice, a mio parere, ha una speciale presenza, in scena e nella vita, che la rende capace di esplorare e mostrare questi aspetti diversi e contrastanti. Con la sua grazia e la sua serietà è stata un punto di riferimento per la compagnia della “Barca”.
Zorzetto. E’ Giorgio Minneci.Sulla Barca Zorzetto recita Arlecchino. Ma Zorzetto forse E’ Arlecchino. O al contrario Arlecchino è Zorzetto? Teatro puro, infantile, immediato. Compagno di giochi ideale, sempre pronto a fare da spalla al capocomico Florindo de’Maccheroni. Costituisce assieme a lui una coppia comica in senso classico.
Goldoni ha un rapporto molto particolare con questo personaggio. E’ il suo doppio. A volte un rivale, un’ostacolo alla sua riforma, un’ombra con la quale lottare, e allo stesso tempo il custode eterno del suo teatro. Arlecchino è presente nei momenti fondamentali dello spettacolo, perché ne fa parte e allo stesso tempo lo trascende. E Giorgio Minneci chi è? Zorzetto, cioè Arlecchino, naturalmente!
02 febbraio 2007
Da lunedì siamo a Piacenza, dove debuttiamo il 13 febbraio al Teatro Comunale Filodrammatici. Questo è il link al sito di Teatro Gioco Vita.
A maggio, dopo una piccola tournée, la Barca approderà al Teatro Studio, a Milano.
(foto Margherita Busacca)
01 febbraio 2007
"Con Stefano de Luca il rapporto di collaborazione prosegue ormai da moltissimi anni, dai tempi de Il Piccolo principe e Pinocchio al Piccolo Teatro, a quelli di Baal a Stoccarda, Ubu Re a Bucarest, Oreste all’Olimpico di Vicenza, e ancora delle Favole di Calvino, delle Novelle di Pirandello… Scrivere musiche di scena è per me uno strano mestiere, un gioco di equilibri: la musica, in teatro, rimane sì un’arte, ma applicata a un’altra arte, al servizio della recitazione.
Lavorare alla Barca dei comici mi ha reso particolarmente felice. Con Fiorenzo Carpi ho collaborato per dieci anni; ricordo il clima delle nostre sessioni di registrazione, i segreti, i trucchi che mi ha insegnato, certe atmosfere che si creavano. Il mio lavoro sulle musiche si è articolato su due fronti. In primo luogo, selezionare pagine originali di Carpi, dalle quali attingere i temi per alcune scene. La scelta si è orientata sulle colonne sonore dei film La commediante veneziana, di Salvatore Nocita (1979), Infanzia, vocazioni, prime esperienze di Giacomo Casanova, veneziano (1969) e Buon Natale, Buon Anno, entrambi di Luigi Comencini (1989), l’ultimo dei quali utilizzato in una versione da me arrangiata. Oltre a questo, Stefano mi ha richiesto altri temi, nuovi, che supportassero altri momenti dello spettacolo. Sono mie musiche originali, che dovevano convivere con l’opera di un gigante come Carpi… Davanti a me avevo due possibilità: scrivere qualcosa di totalmente diverso, oppure scegliere di allinearmi alla linea estetica di Fiorenzo. Ho optato per questa seconda soluzione: d’altra parte, lo spettacolo raccoglie in sé una incredibile serie di omaggi e di coincidenze, i trecento anni della nascita di Goldoni, l’omaggio a Strehler che non riuscì mai a portare in scena i Mémoires pur volendolo fortissimamente, i sessant’anni del Piccolo… Mi sembrava legittimo e opportuno rendere omaggio anche a Carpi, che a Strehler e al Piccolo è stato così legato. Di qui la mia scelta di strumentazioni in linea con quelle di Carpi, di un tema “Allegro” che rimanda all’Arlecchino, citando – così come Stefano fa nel suo spettacolo - spettacoli storici di Strehler, e quindi anche di Carpi, che un pubblico “affezionato” al Piccolo sicuramente saprà riconoscere."
29 gennaio 2007
24 gennaio 2007
16 gennaio 2007
Nello stesso tempo esploriamo le possibilità che i nostri elementi scenici ci suggeriscono, modificando lo spazio e moltiplicando i luoghi dell'azione.
Quanto abbiamo bisogno oggi di una riforma teatrale! Una riforma che riporti l'arte dell'attore al centro del palcoscenico. I miei attori sono straordinari per inventiva e impegno. Lo spettacolo viene costruito insieme e loro, per loro.
04 gennaio 2007
02 gennaio 2007
E' uno spettacolo ispirato a un episodio delle memorie di Carlo Goldoni. Molto in breve: la sua scoperta del teatro, a tredici anni. Durante una fuga dalla casa dell'istitutore ( e dalla filosofia scolastica) Carletto si imbarca assieme a una piccola compagnia di comici da Rimini per Chioggia, dove ritroverà la sua mamma. Lo spettacolo è dedicato a Giorgio Strehler, il mio maestro.
Da questo spunto di Giorgio Strehler nasce “La barca dei comici”, fantasia teatrale per attori e ombre, rivolto ad un pubblico di piccoli spettatori. Cosa ha sentito, immaginato, provato quel Goldoni giovanissimo nel suo primo incontro con il teatro? Una mamma che aspetta lontano, da raggiungere attraverso un azzardato viaggio attraverso il mare, insieme a compagni bizzarri e affascinanti.
Un viaggio durato tre soli giorni, nella pancia di una barca che è un palcoscenico galleggiante, diventa metafora del viaggio di una vita intera spesa nel teatro e per il teatro.
Uno spettacolo pensato come un sogno che accompagni i giovani spettatori alla scoperta delle semplici e meravigliose possibilità del gioco teatrale: la narrazione, le maschere, il teatro d'ombre, l'attore tra testo scritto e improvvisazione.
Una specie di racconto molto vero e molto inventato in cui scene di fantasia e di memoria si intrecciano evocando l’incanto e la bellezza del teatro Goldoniano.
Post del primo luglio 2023. Il tempo passa. Olivia, che non era neppure un pensiero, ha già cinque anni.
-
Sono a Hong Kong. Oggi lezione agli studenti dell'Academy of performing arts e poi passeggiata tra mare e grattacieli. Quanto mi porta i...
-
Tornato da Hong Kong. Solo pochi giorni a Milano prima di ripartire ancora. Pubblico finalmente il video integrale del racconto del mio prov...