"Sono seduto nel retropalco, il secondo atto è già cominciato da un pezzo. Il controfondale dell’Arlecchino, visto da dietro, è sporco, pieno di macchie e di rattoppi. Ma, illuminato alla giusta distanza da una doppia batteria di riflettori, si tinge di una splendida luce dorata. Come un tramonto. E vibra a ogni respiro degli attori e del pubblico, quasi respirasse insieme a loro. E’ così diverso dal lucido e perfetto fondale “strehleriano” che è visibile dal lato opposto. Bello sapere che quella perfezione, quel nitido cielo di teatro mostrato agli spettatori, si nutre della luce riflessa da questo vecchio straccio, che si gonfia –senza che nessuno possa vederlo, tranne me- come una magnifica vela dorata. Il palcoscenico è molto diverso, visto da questa parte. E insegna molte cose."
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1 commento:
Caro Stefano,
Me puoi tenermi a parte una copia? Mi piacerebbe tanto leggerlo . . . MACE
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