11 agosto 2008

Di tanta e così spessa oscurità
Da farvi credere che più non vedreste
Stendendo appena oltre la spalla il vostro braccio,
Non sapevo che un’unica ma più che certa cosa:
Che conteneva volontà omicide
Innumerevoli, smisurate

Il vettovagliamento, un incubo in più
Un mostro piccolo che si agita nell’immane,
La guerra. Davanti a noi, di fianco, dietro
Dappertutto: dei bruti. Con la pendente
condanna a morte, una voglia sola,
Enorme – poter dormire – ci dominava.
Anche nel trangugiare, il tempo
lo sforzo ci tormentava.
Un tratto di rigagnolo, un pezzo di muro
ci pareva, talvolta, di distinguerli.
Gli odori ci aiutavano a ritrovare
La fattoria, per i villaggi abbandonati
nella notte di guerra ritornavano cani.
Ed è l’odore della merda la guida migliore.

Nella notte del villaggio in guerra
L’aiutante maggiore custodiva il suo branco,
I destinati animali umani
Al mattatoio immenso, spalancato

Louis Ferdinand Céline (1894-1961)
da Viaggio al termine della notte,
una ri-composizione di Guido Ceronetti

 Post del primo luglio 2023. Il tempo passa. Olivia, che non era neppure un pensiero, ha già cinque anni.