04 gennaio 2010

Sto lavorando febbrilmente al Don Giovanni di Mozart che debutterà il 16 gennaio al Teatro Gassman di Gallarate. Pochissimo tempo per aggiornare sito e blog. Mi accontento di postare un bozzetto delle scene (di Leila Fteita) e le note di regia che saranno pubblicate sul libretto di sala.

Don Giovanni è un lampo, che per un attimo squarcia le tenebre del palcoscenico -e dell'esistenza-. E' la vita, che brilla intensissima nel buio e poi subito si spegne. E' gioco, nel senso più alto e insieme più terreno. E' leggerezza e volgarità. Dionisiaco e Apollineo. Terra e cielo. Veli evanescenti e assi di palcoscenico. Un velo di cipria, un foglio di carta velina nel vento. O forse era una foglia, quella che ho visto passare? O l'immagine di un viso di donna sfumato dal ricordo di mille altre, diverse, ma sempre la stessa ?

Sulla scena immagino grandi tende, come di finestra spalancata di colpo dal vento, perché inizia un temporale estivo. Sipari leggeri che coprono e rivelano insieme. Che scorrono rapidi e attraversano lo spazio rapidi come fantasmi, come nuvole di tenebra e di sangue.

Un Don Giovanni che sia proprio come un temporale estivo. Improvviso, inatteso, eccessivo. Che arriva svelto, sconvolge e scompare lasciando addosso un brivido. Come una passione, un innamoramento che sconvolge e lascia poi svuotati.

Immagino ombre che si inseguono, si ingrandiscono e si deformano sul sipario, al lume di candelabri tenuti da servitori smarriti. Un carosello di ombre di corpi, uomini e donne, che si abbracciano in amplessi o si contorcono come fossero divorati dalle fiamme.

Immagino il nostro Don Giovanni come il protagonista di un gioco spiccatamente, dichiaratamente, ostentatamente teatrale. Giovane affascinante antieroe, tutto preso da sé stesso e da questo gioco scenico fatto di nulla che è la vita; in cui il travestimento, la rappresentazione di se stessi come vittime o come persecutori, come seduttori o sedotti, sia impudicamente ostentata. Recitata.

Un giovane Don Giovanni e un Don Giovanni fatto di giovani. Un Don Giovanni divertito e spero divertente, ma anche inesperto e persino impacciato -a tratti- nei suoi tentativi di seduzione. Persino infantile, a volte, nella sua semplicità. E in cui la relazione con il compagno di giochi Leporello riprenda ritmi, dinamiche e schemi corporei che affondano le loro radici nella vivace tradizione dei comici dell’Arte.

Così lavoreremo insieme a questi giovani, straordinari protagonisti: provando ad accostarci all'assoluto del Don Giovanni di Mozart e Da Ponte, con l'atteggiamento di stupore di bambini che -giocando- sfiorano il mistero.

Stefano de Luca

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 Post del primo luglio 2023. Il tempo passa. Olivia, che non era neppure un pensiero, ha già cinque anni.