Albino è attento, vigile, mite.
Gli altri sono distratti, avventurieri, pirati.
Il libro è la storia di un’emancipazione. Albino si libera anzitutto di se stesso, dell’immagine fasulla di uomo di successo, agiato, rispettato, scoprendo che i valori in cui crede la maggioranza della gente non sono per niente valori, ma strutture labili che non assicurano serenità e felicità.
Si libera dei rapporti fasulli, quelli con la fidanzata Lucilla e con i suoi amici goderecci e superficiali, perbenisti e ipocriti. Si libera di una fede che sente estranea. Ma tutto questo senza fare battaglie e nemmeno polemiche. Lui non farà altro che stabilire nuove relazioni. Inaccettabili, però.
Albino non si lascia alle spalle la propria storia per sentirsi poi svuotato e annichilito. Anzi, scopre nuovi modi di essere. Entra in sintonia con la natura, attraverso la cura del giardino, e con la storia universale che non si cura di presente/passato/futuro, ma che coagula sempre tutto in un presente eterno. Le antiche dee greche sono vive e attuali e sono magistrae vitae. Grazie a loro, Albino prende le distanze dalle piccole miserie quotidiane dell’ambiente sociale e si apre a dimensioni di più ampio respiro.
Da leggere assolutamente, il nuovo romanzo di Aquilino: "Un fauno in legnaia"!