17 febbraio 2007

da "LIBERTA'" di mercoledì 14 febbraio 2007 > Spettacoli

Il regista racconta la nuova coproduzione del Piccolo e del Gioco Vita che debutta venerdì al Filo
Sulla nostra barca la magia del teatro
De Luca: «Un Goldoni di piccole cose, povero e poetico»

All rights reserved to legal owner.PIACENZA - La barca dei comici sta per salpare. Ultimi giorni di prova per il nuovo progetto realizzato da Teatro Gioco Vita e Piccolo Teatro di Milano, che debutterà venerdì alle ore 21 al Teatro dei Filodrammatici (in replica sabato 17 alle 21 e domenica 18 alle 15.30) e che in questi giorni è presentato in anteprima ai ragazzi delle scuole piacentine.
In occasione del tricentenario goldoniano, il più importante teatro stabile italiano e il piacentino stabile d'innovazione diretto da Diego Maj hanno inteso omaggiare il grande drammaturgo veneziano e insieme Giorgio Strehler, con uno spettacolo che prende le mosse da un frammento dei Mémoires - l'autobiografia di Goldoni che Strehler progettava di portare in scena negli ultimi anni della sua vita - per descrivere un viaggio iniziatico alla scoperta della magìa del teatro e degli artifici della scena.
La barca dei comici è uno spettacolo pensato prima di tutto per i ragazzi, ma che si rivolge anche agli adulti, che non potranno non subire il fascino dell'atmosfera poetica e onirica in cui la vicenda dei quattro comici viaggiatori è immersa, in un sorprendente intreccio di vita e teatro.
La suggestione delle ombre - curate per Teatro Gioco Vita da Fabrizio Montecchi - traduce sulla scena, insieme agli attori e alle bellissime musiche, in una scenografia essenziale, il materiale drammaturgico che Stefano De Luca e Stella Casiraghi hanno composto prendendo spunto da un episodio dei Mémoires, in cui Goldoni racconta il viaggio compiuto nell'adolescenza al seguito di una compagnia di comici. La regia è dello stesso De Luca, allievo di Strehler, che alle numerose collaborazioni con il Piccolo - recente è la sua ripresa dello storico Arlecchino servitore di due padroni - alterna le frequenti esperienze all'estero, in particolare in Germania. Per l'articolo completo clicca qui.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

... allora ti mando anche l'articolo che è uscito ieri; lo trascrivo qui di seguito.
A presto, Chiara

Un viaggio poetico e onirico alla scoperta del teatro: questo è La barca dei comici, lo spettacolo che debutta questa sera alle 21 al Teatro dei Filodrammatici nell’ambito del cartellone Altri Percorsi della stagione di prosa “Tre per Te” organizzata da Teatro Gioco Vita (in replica sabato alle 21 e domenica alle 15.30).
La barca dei comici è un progetto produttivo che vede uniti il Piccolo Teatro di Milano e Teatro Gioco Vita: una collaborazione, quella tra il principale stabile italiano e il teatro diretto da Diego Maj, iniziata nel 1971 e proseguita con progetti importanti, dalla mostra-omaggio a Lele Luzzati al recente Protocollo di intesa che impegna i due teatri in un progetto comune di scambi reciproci e attività formative.
Con La barca dei comici Piccolo e Gioco Vita rendono omaggio a due grandi Maestri: Carlo Goldoni, di cui quest’anno ricorre il tricentenario, e Giorgio Strehler, fondatore del Piccolo Teatro, che dall’opera del drammaturgo veneziano ha realizzato spettacoli memorabili, e che negli ultimi anni della sua carriera accarezzava il progetto – mai realizzato – di portare in scena i Mémoires.
Proprio dall’autobiografia di Goldoni prende le mosse La barca dei comici, una fantasia teatrale per attori e ombre, diretta da Stefano De Luca, che insieme a Stella Casiraghi ha curato anche il progetto drammaturgico; le ombre e le scenografie sono di Fabrizio Montecchi; i costumi sono firmati da Luisa Spinatelli; le musiche originali sono di Marco Mojana, che ha curato anche l’arrangiamento delle bellissime musiche di Fiorenzo Carpi; in scena Alice Bachi, Tommaso Banfi, Giorgio Minneci e Stefano Moretti.
Nella Barca dei comici si fondono, dunque, le esperienze del Piccolo Teatro e di Gioco Vita, facendo incontrare il teatro degli attori e quello delle ombre. «La novità di questo spettacolo – sottolinea Fabrizio Montecchi – è l’utilizzo drammaturgico delle ombre, che sono funzionali alla narrazione. Si tratta di ombre corporee, create dagli attori stessi; si verifica così un’alternanza di corpi e ombre, che non interrompe la continuità dell’azione. Abbiamo affiancato all’esuberante corporeità dei comici la leggera semplicità, il bianco e nero delle ombre corporee, evitando che un codice si sovrapponesse all’altro, in modo che le due modalità espressive venissero percepite come due facce di una stessa medaglia».
Ancora una volta, la collaborazione tra gli artisti del Piccolo e il mondo di figure e d’ombre di Teatro Gioco Vita ha aperto la via a nuovi percorsi creativi, facendo germogliare idee che, secondo De Luca, potranno tradursi in nuovi progetti: «Personalmente ho imparato moltissimo da questa esperienza: Fabrizio Montecchi è un maestro eccezionale, con cui spero di poter lavorare ancora in futuro. Inoltre è stato bello lavorare con un’istituzione unica come Teatro Gioco Vita, che incarna una dimensione ‘pura’, artigianale e poetica del fare teatro”.
Proprio l’artigianalità del fatto teatrale, svelato nei suoi meccanismi elementari, è al centro di questo spettacolo, che i suoi autori definiscono come un vero e proprio “gioco teatrale”: muovendo da un episodio dei Mémoires goldoniani – il viaggio verso Venezia a bordo di una barca di comici, in cui un giovane Goldoni scopre per la prima volta il teatro – lo spettacolo assume la fisionomia di una suggestiva fantasia scenica, in cui i diversi linguaggi teatrali si fondono armoniosamente per celebrare la magia del teatro.
Il teatro racconta se stesso e i suoi artifici, svelando il meccanismo che sta alla base della messinscena: la capacità di ricreare luoghi, paesaggi e situazioni fantastiche a partire da pochi segni essenziali, affidando al potere evocativo degli oggetti, delle luci, delle parole il compito di fare da trampolino di lancio per l’immaginazione degli spettatori. «E’ lo stesso meccanismo infantile che sta alla base dei giochi dei bambini – dice De Luca -: è la formula magica, “facciamo finta che…”. Questo spettacolo nasce proprio dall’esigenza di riscoprire un approccio ludico e infantile al teatro».
L’infanzia non deve necessariamente corrispondere ad un’età anagrafica, ma ad uno sguardo sul mondo, a una disposizione d’animo. Agli adulti che da stasera potranno assistere allo spettacolo ci permettiamo di consigliare di dimenticare per un po’ di essere ‘grandi’, di liberare la propria immaginazione e di abbandonarsi – per lo spazio di un viaggio fantastico – all’incanto del teatro. CM

Stefano de Luca ha detto...

Grazie mille Chiara. Sai se ci sono state recensioni? Un abbraccio, ste

Anonimo ha detto...

E' uscita una bella recensione su "Libertà" di domenica scorsa; non so se abbia scritto qualcosa anche la "Cronaca" (il giornale concorrente...).
Scappo, oggi discuto la tesi di dottorato...
Un abbraccio, a presto C.

 Post del primo luglio 2023. Il tempo passa. Olivia, che non era neppure un pensiero, ha già cinque anni.